Ecco lo State House, uno degli edifici simbolo della città, dove ha sede il governo: si riconosce subito per la sua cupola dorata che riflette i raggi solari. Continuando il nostro percorso ci imbattiamo nell’Old State House dalla cui balconata il 18 luglio del 1876 fu letta pubblicamente la dichiarazione d’indipendenza. Si respira aria di nazionalismo, quel nazionalismo di vera natura ideologica. Ecco la Park Street Church dove, intorno al 1810, fu cantato per la prima volta l’inno nazionale di Smith. Nelle vicinanze c’è il cimitero monumentale, dove riposa, insieme con altri patrioti, Paul Revere. Il Freedom Trail non finisce qui, continuiamo verso Hannover Street dove c’è la casa di Paul Revere e dove, difronte all’ Old North Church, la chiesa più antica della città nel cui campanile furono accese le lanterne che segnarono l’inizio della rivoluzione, c’è il memoriale formato dalle catenelle dei soldati morti in Afghanistan. Che cosa orribile! Il nostro percorso si conclude al quartier navale di Charlestown al di là del fiume, dove visitiamo la più antica nave armata degli USA, la Uss Constitution, che risale al 1797 e che fu commissionata da George Washington per proteggere i crescenti interessi marittimi degli americani. La mia anima pacifista, tra quei cannoni, entra in
fibrillazione. Guardo Simone, il piccolo Capitan Uncino, e gli auguro di vivere in un mondo senza guerre, in un mondo in cui l’uomo è in perfetta sintonia con tutte le altre culture.Un incredibile percorso attraverso la storia non solo di Boston ma di un’intera nazione.Città fatta anche per i bambini: Simone ne sa qualcosa. Basta pensare alla visita al museo Children’s dove ci siamo trasformati tutti in bimbi; qui è tutto studiato per stimolare le attività sensoriali e interattive dei piccini. Come dimenticare l’arrampicata nella lobby di Simone: è stata una vera avventura. Incoraggiato da noi ad andare sempre più in alto si è incanalato in un percorso più in salita…
Colpa nostra: ha solo tre anni, ma per noi è già un ometto. Paola è andata a recuperarlo da una scala sovrastante. Che ridere!Non poteva mancare la visita alla Harvard University, una delle università più famose del mondo, dove andiamo in metropolitana. Oh com’è cambiata la vita! Fino a pochi anni fa in metrò si parlava, si leggevano libri ora tutti con lo smartphone, simbolo delle relazioni a distanza che, ahimè, sono come piante senza radici.Un silenzio quasi tombale rotto dal nostro Simone che ride e salta da una parte all’altra.