20 agosto
Siamo diretti a Quimper. Facciamo la nostra prima sosta a Pointe du Raz inseguiti da un’incredibile nebbia. Questo è un promontorio, scolpito dai venti e dall’oceano, che si affaccia sulla costa atlantica, nell’estremità nord- occidentale della Bretagna. Raggiungiamo il primo faro, ma il meraviglioso e selvaggio panorama sull’oceano aperto con le alte scogliere è solo un sogno: riusciamo a scorgere, per la fitta nebbia, solo qualche scorcio.
Pointe du Raz è una penisola rocciosa dove la bassa e fitta brughiera lascia il posto alla roccia: oggi il tempo non ci consente di godere di queste meraviglie. Mi trovo ai confini del mondo ovvero al punto più estremo del nostro continente che, nell’antichità, veniva considerato “finis terrae”. Non abbiamo potuto contemplare l’ infinito e i cicli della marea, ci siamo accontentati di ammirare la croce celtica, i colori delle brughiere, il faro sulla terra ferma e la Madonna dei naviganti. Ci siamo, comunque sentiti, nell’immaginario ai confini del mondo.
La nostra seconda sosta la facciamo a Locronan che, con i suoi meravigliosi edifici cinquecenteschi, è considerato il villaggio più bello della Francia. Ai piedi della chiesa di Saint Ronan del XV secolo ci sono delle pittoresche case in granito grigio bluastro e la torre fortificata che si rivelò fondamentale nel 1600 impedendo lo sbarco delle flotte anglo-olandesi. Mi trovo a Quimper, nell’antica capitale della Cornovaglia francese, che Flaubert definì un affascinante posticino. Sono davanti alla cattedrale gotica di Saint- Corentin con le sue due guglie protese verso il cielo: ricca di merletti di pietra e di colorate vetrate. È una città vivace e animata attraversata da ponti e canali ed è conosciuta come la Venezia Bretone. Attraverso tortuose vie raggiungiamo Piazza Medard con i suoi tetti a capanna e i balconi fioriti e passeggiamo lungo il fiume Odet con i suoi meravigliosi riflessi fino all’antico quartier Locmaria dove ci sono bellissimi negozi di maiolica e ricami.
21 agosto
Lasciata Quimper raggiungiamo Cameret- sur- mer, un tipico villaggio di pescatori, la cui banchina è costeggiata da colorate case. La baia è protetta da una striscia di terra, il Sillon, dove si trova la Cappella di Notre -Dame- De- Rocamadour ricca di antiche statue e di ex voto offerti dai marinai scampati ai naufragi. Con la bassa marea le barche rimangono in secca e riemerge un vero cimitero marino che parla di un glorioso passato. È un posto, come gli altri porticcioli bretoni, che trasmette serenità e il mare che lentamente si ritira sembra portare via i malesseri atavici che si annidano nella mia mente. È l’ essere in posti diversi dalla quotidianità che ci aiuta a ritrovare la giusta angolazione di luce e dissolvere quell’oscurità che, a volte, ci attanaglia.
Facciamo diverse soste per la bassa marea…incredibile…la luna non è sopra il mare e non c’è l’attrazione per cui quelle barche spiaggiate sono uno spettacolo sensazionale della natura. Ripartiamo: direzione Ploumanac’h dove pernotteremo.
Ploumanac’h è il simbolo della costa di granito rosa dove c’è il tratto costiero più famoso della Bretagna. Dopo aver visitato l’eglise di Notre dame ci inoltriamo nel sentiero dei doganieri partendo da Place Saint- Guirec per ammirare le infinite costiere a picco sul mare di granito rosa che puntellano tutta la costa. Dopo aver fotografato un vecchio mulino ritorniamo al porto che, al calar del sole, si accende di colori straordinari.