Islanda: terra del fuoco e del ghiaccio

Proseguiamo verso la penisola di Vatnsnes dove ammiriamo, in una spiaggia vulcanica, scenografici scogli dalle forme più strane e ci fermiamo al villaggio di Vioimyrarkirkja. È il mondo delle casette col tetto di torba ed è qui che c’è una splendida chiesetta con un vicino cimitero che ci sembra ricordare che non siamo grandi ma piccoli, piccoli. Nell’interno c’è “l’ultima cena” più a nord d’ Europa. È un mondo fantastico come ci ricorda una statua di una donna con un bambino… anche questo è il mondo delle saghe, della storia sociale prima che la cultura cristiana entrasse nel paese. Dal pullman osservo un vulcano immerso in una coltre di nuvole che sembra voler, ancora una volta, nascondere i mali della terra…proprio qui dove sono custoditi beni preziosi di Madre Natura. Ancora una volta quest’atmosfera cambiante fa vibrare il mio cuore…la nebbia rende il posto più lugubre e misterioso, ma continuo ad essere molto serena.

Osservo…io vedo oltre questa frontiera nebbiosa che improvvisamente sparisce e dà vita a paesaggi sempre più pittoreschi. Sconfinate terre davanti a me dove le immancabili pecore che vagano in solitaria, cavalli e ruscelli fanno da padroni. Non c’è traccia umana…quasi, quasi l’uomo è un intruso. Ancora coni vulcanici, interminabili distese di lava pietrificata. Un’ultima sosta al vulcano Grabrokargigar dove, percorriamo, dopo essere saliti in cima, il grande anello e mi fermo più volte per ascoltare il sibilo del vento e per ammirare l’interno del cratere. Mi trovo sul crinale del vulcano che mi sembra un’enorme conchiglia ricoperta di muschi dagli incredibili colori…osservo… non cerco nessuna perla… so benissimo che è in quiescenza per cui, in qualsiasi momento, potrebbe riprendere la sua attività. 

20 Agosto

Ancora gli spettacolari fiordi dell’ovest. Ci troviamo nel promontorio di Latrabjarg, il punto più occidentale d’Europa, tra scogliere a strapiombo sul mare: è il paradiso di svariati uccelli tra cui le simpaticissime pulcinella di mare che ammiriamo, ancora una volta, proprio da vicino. Come sono belle e come amano essere fotografate! Il mio sguardo spazia nell’immensità dell’oceano. “Tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il navigar m’è dolce in questo mare” …dolcissimi ricordi liceali…la strada sterrata percorsa è solo un ricordo già lontano. Scorci panoramici mozzafiato tra scogliere, cielo, spiagge dorate e fari. Ci troviamo a circa 100 chilometri dalla Groenlandia …c’è un forte vento per cui non possiamo avvicinarci ai fiordi e ammirare dall’alto le insenature…è rischioso…bisognerebbe sdraiarsi. In serata ci imbarchiamo su un traghetto e attraversiamo il Breidarfjordur, un’ampia baia poco profonda, e, con questa rotta marittima, raggiungiamo il nostro hotel evitando un lungo percorso fatto di strade tortuose.

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